Non riesco a leggere o ad ascoltare il discorso pronunciato da Liliana Segre nell'aula del Parlamento Europeo senza commuovermi.

Quelle parole trasudano vita, trasportano i reperti vivi di una sofferenza che non ha vocabolario, dicono del “male altrui” rinunciando persino al rancore che sarebbe umano, naturale. Quella voce è una vena carsica da cui zampilla acqua di sorgente. Liliana Segre è patrimonio dell'umanità. “Anche oggi fatico a ricordare, ma mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito per ricordare il male altrui. Ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all'altra, essere come quella bambina di Terezin che ha disegnato una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. Io non avevo le matite colorate e forse non avevo la fantasia meravigliosa della bambina di Terezin. Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati. Questo è un semplicissimo messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado di fare la scelta. E con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati”.


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