Ieri l'allarme di Francesco Messina, direttore dell'Anticrimine, che diramava un dispaccio a tutti i questori perché ha informazioni secondo le quali "i clan mafiosi reclutano gli imprenditori in crisi".

Oggi l'intervista su Repubblica a Nino Di Matteo, già pm della Procura di Palermo e oggi a Consiglio Superiore della Magistratura, che dice: "I padrini e i loro complici potrebbero aver già iniziato a contattare imprenditori e commercianti assaliti dalla crisi economica, offrendo ingenti disponibilità di liquidità, magari sotto forma di prestiti. Penso agli operatori del commercio, del settore alberghiero, in generale alle piccole e medie imprese. In breve tempo – aggiunge Di Matteo – la criminalità organizzata potrebbe arrivare all'obiettivo di controllare numerose attività economiche legali. Non possiamo permetterlo, sarebbe un gravissimo passo verso l'apparente legalizzazione delle mafie. È la grande sfida che ci aspetta, non riguarda solo il nostro governo, ma anche le istituzioni europee". Per questo gli aiuti economici agli indigenti e alle imprese non sono soltanto un contributo essenziale contro la crisi causata dalla pandemia, ma anche un apporto decisivo di contrasto alle mafie. Ed è essenziale.


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