Due miei amici, genitori di due ragazzi, uno dei quali gay, hanno scritto al cardinal Bassetti presidente della Cei, esprimendo il proprio disaccordo sul comunicato del 10 giugno scorso.
I vescovi esprimevano il proprio parere negativo sulla legge in discussione al Parlamento che "estenderebbe a orientamento sessuale e identità di genere le pene già previste dall’attuale legge Reale-Mancino per chi 'istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi' o 'istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza' per gli stessi motivi". Siccome i vescovi nel comunicato esprimono il timore che siano perseguiti tutti coloro che esprimono una valutazione morale sui comportamenti dettati dall'orientamento sessuale, i miei amici estensori della lettera ricordano che la Costituzione italiana garantisce la libertà di pensiero. "Per la sofferenza che come chiesa abbiamo provocato – si legge nella lettera -, per i pesi insostenibili che abbiamo posto sulle spalle dei fratelli e delle sorelle omosessuali e transessuali, non ci sono altre parole da spendere se non quelle per chiedere perdono, a loro e a Dio per aver provocato tanto dolore nel suo nome. A Galileo Galilei abbiamo chiesto perdono. Più di tre secoli dopo. A questi nostri fratelli e sorelle dobbiamo chiedere perdono ora, guardandoli negli occhi e cercando, se ci riusciamo, di sostenere il loro sguardo". A me resta semplicemente la perplessità di tanta solerzia della Cei su questa legge dimenticando altre che riguardano l'immigrazione, la politica estera, il commercio di armi, "l'economia che uccide".