La notizia della prima uscita pubblica del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, mi commuove. Mi commuove quest'uomo disarmato che come Gesù mostra le ferite della croce ma senza avere la tentazione di ostentarle come medaglie al merito. Tutt'altro!

Un uomo che è capace di raccontare le pieghe della vicenda che lo ha attraversato da parte a parte mettendo a nudo le paure e in luce le cose essenziali. Domenica scorsa don Derio ha celebrato la messa. All'aperto. La canzone d'apertura è stata La cura, di Franco Battiato. "Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie. Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo. Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai". E si azzardino i benpensanti della dottrina a dire che quella canzone non ha carattere liturgico! "E guarirai da tutte le malattie. Perché sei un essere speciale. Ed io, avrò cura di te". Dice il vescovo che la morte fa verità, davanti a lei sei assolutamente vero. "È un’esperienza in cui sembra che tutto evapori. Restano due cose: la fiducia in Dio e le relazioni costruite seriamente. Io, anche se sono profondamente credente, ho paura di morire, ma sin dall’inizio, da quando, prima di intubarmi, il dottore mi ha detto che la situazione era seria, ho provato una pace incredibile. Non mi sono mai sentito agitato e spaventato. E questo credo sia merito delle relazioni". Com'è bello scoprire l'umanità profonda nelle persone. Anche nei vescovi.


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