Non c'è opera creativa che non sia nello stesso tempo liberatrice. Non si può dare vita e diventare nel contempo proprietari della vita che si è aiutato a far nascere.

"I tuoi figli non sono i figli tuoi – ammoniva saggiamente il poeta libanese Khalil Gibran – sono i figli e le figlie della vita stessa". Quindi persino nell'atto di con-creazione suprema che consiste nel dare alla luce un bambino si deve rinunciare a possederlo. Nella creazione non vi è colonizzazione alcuna ma libertà. Non vi è prigione, condizionamento o plagio perché ne va dell'esito stesso di quanto si è contribuito a creare. E anche la narrazione biblica della creazione procede e avanza per atti di liberazione: dal caos, il cielo e la terra, dalla luce, le tenebre e poi le acque, gli esseri viventi, vegetali e animali. Guai a rivendicarne il possesso. È cosa bella, buona, perché libera. Al centro della piazza antistante la Basilica della Madonna dei Martiri a Molfetta c'è una scultura di Andrea Martini che raffigura una Madonna che sta dinamicamente in piedi sulle onde che si riflettono anche nel moto del suo velo e che è tutta protesa in avanti ad accompagnare il passo di un figlio che prende a camminare mentre lei lo accompagna. Semplicemente lo accompagna.


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