"La più elementare e doverosa laicità se la è messa sotto le suole delle scarpe, nominando a presidente della commissione un arcivescovo e "ministro" del Papa".

Questa è la conclusione della dura requisitoria di Paolo Flores D'Arcais contro il ministro Speranza, colpevole di aver scelto un arcivescovo di Santa Romana Chiesa a capo della "Commissione per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana". "Possibile che il ministro Speranza – scrive Flores D'arcais - non si renda conto del macigno di conflitto di interessi (fossero anche solo spirituali), tra un importante incarico governativo e il ruolo ancor più eminentemente governativo di Vincenzo Paglia nella compagine di Papa Francesco?". E io francamente resto allibito dalla disinvoltura con cui questo "pioniere del rispetto delle libertà democratiche e della laicità dello Stato" ignori del tutto che Vincenzo Paglia, prima che vescovo e ministro del Papa, è laico e persino cittadino italiano. Resto perplesso per la discriminazione che Paolo Flores D'Arcais opera per difendere la libertà e la pluralità su cui si fonda la Costituzione italiana. Io, che non sono capace di discorsi troppo alti e profondi, se ho bisogno di un idraulico lo cerco tra quelli bravi. Non gli chiedo preventivamente se è credente o ateo, se accetta committenze anche dalla parrocchia del paese e se frequenta la bocciofila dei bestemmiatori. Mi interessa che sia bravo.


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