È esattamente questo a fare la differenza. Nelle coscienze e nella cultura, nella formazione e nella comunicazione. Ieri sera a Como alle 20.30 si è svolto un momento di preghiera per la vittima e per l'assassino.
Persone di tutti i colori e di tutte le fedi si sono uniti nella Cattedrale, nella piazza antistante e sul Canale YouTube della Diocesi per pregare, ovvero per ringraziare l'unico Dio per la testimonianza martiriale di Roberto Malgesini, prete semplice, per chiedere perdono delle nostre chiusure al Vangelo dell'accoglienza, per sanificare tutti i cuori dal virus dell'odio e della violenza, per quell'altro giovane che ha sferrato coltellate contro la vita, tutta la vita, anche la sua. L'alternativa è rassegnarsi al male, arrendersi alla strada che oggi passa per Colleferro, Caivano, Como e altri cento quartieri d'Italia. Nello stesso giorno di ieri ricordavamo don Pino Puglisi, un altro prete caduto sotto i colpi della violenza. A rendere insonni le notti di Salvatore Grigoli, l'assassino, è ancora oggi il sorriso con cui don Pino lo guardò prima di cadere sotto i colpi della sua pistola. Fu il suo ultimo omicidio da killer di Cosa Nostra. Non c'è altra strada per rigenerare il mondo, per sanare le ferite, per riscattarsi dalla violenza che farsi prossimo di Caino e non solo di Abele.