Nei giorni scorsi ho incontrato Mimmo Lucano, il coraggioso sindaco di Riace che ha accolto la sfida dell'accoglienza,

ovvero ha aperto le porte del suo paese a uomini e donne con tanto di volto e di nome e di storie e sofferenze e sogni. Mi è apparso in modo ancora più chiaro il motivo di tanto accanimento da parte di chi vuole porti, braccia e intelligenze blindate sbattute in faccia a chi bussa alle nostre porte per chiedere pane e dignità. Riace ha costituito un laboratorio riuscito perché ha trasformato i migranti da problema in risorsa. Riace ha gridato al mondo intero che l'accoglienza non è soltanto un valore da vivere ma anche un'opportunità da cogliere. In questo senso i migranti hanno portato vita in un paese svuotato dalle migrazioni della speranza verso l'Argentina prima e il Belgio e la Germania dopo. Hanno creato posti di lavoro e fatto germogliare una nuova economia. Hanno dissolto la macchina della paura che da sempre costituisce l'anima delle teorie protezioniste e chiuse. Era una smentita nei fatti. Solo questa posta in palio – di per sé altissima perché rischiava di sottrarre consenso politico – ha scatenato tanto odio, disprezzo e persecuzione nei confronti di Domenico Lucano che è una persona buona. Il fuorilegge è il titolo impegnativo di un libro che ha voluto scrivere per parlare di persone in carne e ossa e nei quali alcuni vedono solo dei migranti o degli stranieri.


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