La storia di Miriam (nome di fantasia) è la storia di tanti bambini che abitano le periferie delle nostre città. Miriam ha quattro anni e abita nel campo nomadi di Strada della Berlia a Collegno (Torino).

Ogni mattina va a scuola ma da quest'anno si sono accorti che non ha la residenza e le hanno revocato l'autobus. Per percorrere a piedi i tre kilometri che la separano dalla scuola, impiega 40 minuti all'andata e 40 minuti al ritorno. Per uno scuolabus invece tre chilometri non sono niente. Eppure la miopia della burocrazia comunale ha revocato il percorso perché la burocrazia, come i computer, non conosce i volti, conosce le norme, i dati, i calcoli, gli algoritmi e Miriam non rientra in quei parametri. La burocrazia non riesce a vedere ad esempio che se oggi non siamo disposti a pagare il carburante per quei tre chilometri in più dello scuolabus, domani ne dovremo pagare molti di più per il disagio sociale che Miriam provocherà a se stessa e alla comunità. La burocrazia è talmente ottusa da non riuscire a mettere al centro il bene di Miriam ma solo le norme e le casse del Comune. Per grazia di Dio, nel frattempo, un gruppo anonimo di persone ha organizzato una colletta e ogni giorno Miriam ha un taxi a disposizione all'andata e al ritorno. Il senso di umanità misura solo tre chilometri.


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