"Ponti e non muri" è la campagna di Pax Christi che intende contribuire a costruire la difficile pace in Israele-Palestina.
Ormai da tanti anni don Nandino Capovilla è l'infaticabile animatore di incontri, campi di lavoro, esperienze di permanenza, avvicinamento, conoscenza, frequentazione soprattutto tra giovani italiani, palestinesi e israeliani. Tra i punti di riferimento palestinesi c'è sempre stato Sami Huraini che ad At Tuwani, sulle colline di Hebron, accoglieva i giovani italiani. Ne parlava ieri Luca Geronico sulle pagine di Avvenire. "Suo padre Hafez, il leader del piccolo villaggio di pastori circondato dalle colonie, aveva con pazienza coinvolto tutte le famiglie della comunità nella 'resistenza attiva nonviolenta': una eredità raccolta da Sami". Ma nella notte dell'8 gennaio scorso, Sami Huraini è stato arrestato. Aveva organizzato una protesta a favore di Harun, ferito da una soldatessa mentre cercava di difendere il suo generatore elettrico dalla confisca. Ora Harun è in pericolo di vita e, se ce la fa - hanno detto i medici - rimarrà paralizzato. Fatto sta che l'esercito israeliano non ha tollerato la rivolta pacifica di Sami che altrettanto nonviolentemente dal carcere chiede la nostra solidarietà. Che questo scritto lo raggiunga come una colomba di carta, uno degli origami che i bambini affidano all'acqua o al vento. Ma può star certo che la sua protesta avrà ora le nostre parole e i nostri gesti che faremo giungere alle autorità israeliane.