Nessuna giustificazione geopolitica o economica sarà mai sufficiente a spiegare l'affermazione di Draghi: "Noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa, per i salvataggi, e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia".

Tanto a lui, quanto a chi ha preparato il discorso, consigliamo una cosa semplice: un incontro a tu per tu con qualcuno e qualcuna dei tanti giovani che sono riusciti a mettere i piedi sugli scogli italiani dopo essere passati dalla Libia. Draghi forse non conosce quella galleria di orrori cui sono state sottoposte per mesi e, a volte per anni, quelle persone. Sono situazioni che non hanno un corrispettivo nel lessico della lingua italiana. In questa lingua abbiamo invece le parole per chiedere scusa di quell'offesa alle vittime. Lo spessore di uno statista si misura anche dalla capacità di ammettere i propri sbagli e, possibilmente, di porvi rimedio. Nel 2020 il Progetto fermamigranti ha comportato un finanziamento di 58.292.664 euro alla Libia, quasi dieci milioni in più rispetto all'anno precedente. Se quella cifra fosse destinata a una migliore accoglienza e integrazione dei migranti in Europa, avrebbe sortito effetti più umani. E a questo proposito sarebbe troppo chiedere al presidente del consiglio di includere nelle scuse anche i giornalisti che sono stati minacciati dalle mafie libiche per aver denunciato il trattamento inumano delle persone umane "salvate”?  


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