A riprova della schizofrenia politica che non fa più notizia purché è ormai nel Dna della nostra vita collettiva, al Senato ieri è andata in onda la scena madre.

Si è votato a favore della concessione della cittadinanza italiana per Patrick Zaki mentre la seconda fregata multimissione Fremm, eseguita la cerimonia del cambio di bandiera e dopo essere stata ribattezzata Bernees al posto di "Emilio Bianchi", navigava alla volta delle coste egiziane. Come dire che da una parte riconosco che quel Paese viola i diritti umani su larga scala e me ne accorgo perché un giovane studente studiava in un'università italiana, e dall'altra parte armo la mano, inaffidabile e violenta, di chi è autore di quelle violazioni. La scelta sacrosanta di conferire la cittadinanza italiana a Zaki era cosa popolare e ha visto interventi tuonanti e convinti di esponenti di quasi tutte le forze politiche, la fregata invece si consegna alla chetichella, che è meglio non alzare la voce per non disturbare né il governo, né il mondo del lavoro che scenderebbe sul piede di guerra. Insomma, i diritti umani sono importanti ma "business is business". Siamo italiani brava gente ma quando si tratta di fare affari con le armi non ci batte nessuno. Sempre pronti a tirar fuori l'argomento dirimente e decisivo: "Se non gliele vendiamo noi, poi gliele vende qualcun altro". Da non dimenticare, infine, che la fornitura delle Fremm non è mai stato iscritto in un ordine del giorno di Camera e Senato. 


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