Da tempo continuo a ripetere che, sul versante economico, la pandemia ha penalizzato molte attività e settori, ma non tutti. Alcuni li ha favoriti, tant'è che hanno maturato utili da record specularmente a chi ha maturato perdite da record.

Non si tratta soltanto delle aziende che producono presidi medici e vaccini ma anche le vendite online e tutto il campo dell'informatica, solo per fare alcuni esempi. Da tempo continuo a dire che sarebbe un buon esercizio di pubblica amministrazione imporre, in nome della solidarietà, una tassazione maggiore a chi ha guadagnato di più e destinarne gli introiti a chi rischia di chiudere. Ma adesso scopriamo la beffa di Amazon che ha aumentato del 30% i propri ricavi fino ad arrivare alla cifra record di un bilancio da 44 miliardi di dollari nel 2020. Non solo il signor Amazon, sede in Lussemburgo per tutta Europa, pagherà zero tasse ma aumenta il suo credito di imposta nei paesi in cui opera. Quindi è a credito. E se questo non bastasse, basta ascoltare le dichiarazioni del responsabile europeo della multinazionale che dice che loro si limitano a osservare scrupolosamente le leggi degli stati e che pagano ciò che è prescritto che si paghi. Questa ingiustizia è talmente grande che andrebbe urlata. È simile a chi si appropria dei soldi di una rapina e scappa col bottino. È mafia legalizzata. Delinquenza fiscale approvata. Drammatico sberleffo a chi dai tributi viene torturato ogni giorno. 


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