Sono quasi due miliardi le persone che oggi in tutto il mondo celebreranno una delle feste più importanti previste dall'Islam. Oggi è Eid el fitr, la fine del tempo di Ramadan, che si celebra con la preghiera in Moschea e con ricchi pranzi in famiglia.

È la fine del digiuno e, contemporaneamente, la ripresa di un rapporto rinnovato con Dio e con il genere umano. Forse è da qui che possiamo prendere spunto per immaginare quei digiuni forzati di giustizia, di bene, di pace a cui sono costrette troppe popolazioni nel mondo e riprendere a masticare la vita e a dissetarci con pensieri e scelte che ci rendano degni di appartenere all'umanità. Se la scelta del digiuno non è una gara con se stessi per verificare e premiare la capacità di resistenza e la fedeltà alla scelta, ma un percorso per riscoprire l'essenziale, vuol dire che oggi la spiritualità islamica chiede a tutti di cambiare rotta per scegliere l'essenziale e il bene. A cominciare da quell'angolo di terra in cui tutto ebbe inizio e che da terra di pace si è trasformata nella peggiore delle esperienze di violenza e ingiustizia prolungate nel tempo. Sia Eid el fitr in Israele-Palestina come in ogni parte del mondo. Troviamo il nostro posto attorno a una stessa tavola per sperimentare il calore dell'unica famiglia umana che si riconosce nella fraternità.


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