Un padre dice al proprio bambino addormentato sulla sua spalla: "Un giorno tutto quest'odio sarà tuo". È questa una delle vignette di Mauro Biani sulla tragedia israelopalestinese.
E non importa che a pronunciare la frase sia un padre palestinese o israeliano. In questi giorni insieme a sofferenze, distruzioni, bombe e morti, viene seminato tanto odio. Ma forse dovremmo sentire il pudore di usare quel verbo. Quando si semina, si attendono germogli di vita. In questo caso il futuro presenta il conto dell'odio che oggi stanno piantando nelle coscienze dei più piccoli. Vi sarà capitato di vedere la bambina di dieci anni che, dalla Striscia di Gaza, davanti alla telecamera continua a ripetere la sua età, a chiedere il perchè di tutta quella distruzione e a mostrare le macerie. E piange, piange, piange quasi a provocare una nostra responsabilità sopita che finge di non capire che la guerra di domani sarà figlia di tutto quest'odio e questo dolore che non può che richiamare altre lacrime. Un giorno Papa Francesco raccontò: "Una signora anziana diceva ai suoi nipoti: 'Anche arrabbiarsi con Dio può essere una preghiera'". E allora preghiamo.