Non è vero per niente che una voce in più è superflua o inutile. Nel coro degli auguri per Patrick Zaki voglio esserci anch'io. E devi esserci anche tu che leggi.

Perché è la sola maniera che ci rimane per far sapere, al mondo e a lui, che non intendiamo dimenticarlo affatto e che l'accanimento di ingiustizia cui è sottoposto, non avrà la meglio. A trent'anni è legittimo avere la mente e il cuore immersi in tante idee, progetti, proposte come semi e non possiamo dargliela vinta ai nemici della vita, decidendo la resa dello svuotamento. La tentazione di gettare l'ancora per sfinimento e per rassegnazione è forte, ma Patrick Zaki deve resistere galleggiando sui nostri pensieri per lui, sulle nostre preghiere e sulle voci che non hanno alcuna intenzione di spegnersi. E se è forte la speranza di vederlo uscire un giorno tenuto per mano da un sorriso, già oggi ci piace vedere in lui una generazione che crede nelle cose che cambiano e nell'ostinata volontà di dare una mano alla costruzione di un mondo migliore. Senza retorica. A trent'anni, se il sapore della vita è stato reso amaro, il desiderio delle cose buone può solo crescere. 


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