Dal Congresso del sindacato dei giornalisti della Rai (Usigrai) in corso a Milano, è partito un appello al Parlamento, anzi un semplice promemoria, per ricordare di dare attuazione alla votazione che ha deciso di riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki.
Siamo consapevoli che la cittadinanza italiana non strapperà quel giovane dalle grinfie di una carcerazione assurda, estenuante e drammatica, ma potrà gridare al mondo da che parte stiamo noi, il nostro Paese e le sue istituzioni. Lungi dall'essere un modo con cui tacitare la propria coscienza, quella scelta offre semmai un motivo più profondo per dire che quella causa è anche nostra. E forse dovremmo sentirci tutti concittadini di coloro che sono vittime di ingiustizie e di sottrazione di diritti. "Non dimenticare" deve diventare un ritmo di tamburo che piuttosto tiene sveglie le coscienze di chi non intende rassegnarsi e sa mettersi nei panni di quel giovane e dei suoi famigliari. "Non dimenticare" è un messaggio forte e chiaro per dire che la vita di una persona ci sta molto più a cuore di tutti gli affari lucrosi, gli scambi commerciali, da cui possiamo trarre vantaggio. Per noi è sufficiente che sia una persona umana, un nostro fratello. Per le regole internazionali avremo titolo di assumere le sue difese anche perché italiano.