L'abbraccio di Francesco col lebbroso espresse il reale cambiamento di prospettiva del santo di Assisi. Conversione non è diventare più buoni ma invertire la rotta, cambiare punto di osservazione.
Per dirla con don Tonino Bello è decidere di "avere dentro l'occhio del povero", che significa cominciare a guardare il mondo da un'altra parte. Ebbene l'iniziativa della giornata di oggi con Papa Francesco che incontra i poveri in Assisi significa mettere al centro del mondo la sofferenza in carne ed ossa generata dalla disuguaglianza. Significa chiedere a tutti di cominciare a guardare il mondo con gli occhi degli ultimi per mettere in atto scelte, decisioni, politiche che provino a cambiare l'ordine delle priorità di un'economia che genera miseria per molti e ricchezza per pochissimi. Un sistema di ingiustizia per tutti. Basterebbe sporgersi su un giornale per vedere oggi i poveri abusati, ridotti a strumento, calpestati al confine tra Bielorussia e Polonia e in cento altri confini del mondo! Fa bene allora l'altro Francesco a scrivere a caratteri cubitali la disuguaglianza che morde la coscienza e ci fa vergognare. Difficilmente le conversioni sono un lampo. Molto più frequentemente assumono contorno di processo, sono il frutto di un cammino.