Se solo ci lasciassimo rapire da quell'ansia di pace che ha animato il tuo passo! Se solo riuscissimo almeno a sentire il profumo di una vita che di santo ha lo sguardo aperto sul mondo, tipico solo di chi conosce il cielo: la terra è il riflesso dei colori che la gelosia del cielo vuole mostrare!
Se solo smettessimo di indossare le tue intuizioni profonde e sofferte come orli e merletti di oratoria d'accatto! E se riuscissimo a condannare a un ergastolo ostativo il Narciso che – latitante – abita il rifugio sotterraneo delle nostre coscienze e ci fa sporgere più per contemplare i nostri riconoscimenti che il semplice bene degli altri, per gli altri e a gloria di Dio! Che Bello sarebbe riuscire a pregarti con un girotondo variopinto e festoso di bambini piuttosto che con il Gregoriano d'ordinanza! E poi perdersi nell'abbraccio della vita. Venerarti così! Chiedendoti innanzitutto la grazia di intuire la filigrana intima delle cose. Che poi, il resto, viene da sé. E smettere di trattenere qualcosa per sé e farsi dono senza riserva. Se solo, venerandoti, ci arrendessimo alle cose belle in cui hai creduto e che hai insegnato. A proposito oso solo immaginare quanto avresti giocato su questa storia del "venerabile" che significa "domandare una grazia agli dei" ma che deriva spudoratamente da Venere, dea della bellezza. Col cognome che ti ritrovi non poteva essere diversamente. Avrebbero dovuto capirlo prima!