"È vero, Dio ci dà la libertà, e tanti mali vengono proprio perché l'uomo ha perso la capacità di seguire le regole, ha cambiato la natura, – ha detto Papa Francesco nell'intervista a Che tempo che fa – ha cambiato tante cose, e anche per le proprie fragilità umane.

E Dio lascia che questo vada avanti". È vero. Nel mio piccolo lo credo anch'io. Ciò che è più inspiegabile è piuttosto la sofferenza dei bambini – lo ha affermato anche il Papa – e il male che deriva senza responsabilità diretta degli esseri umani (terremoti, alluvioni, disastri naturali…). E se invece accade che Dio, così come è rispettoso della libertà umana che è una groviera di fragilità e miserie, lo fosse anche della libertà del resto del creato? Perché animali, piante, terra e sue profondità, mari e abissi, cielo, nuvole e insetti, dovrebbero essere sottratti a questa legge della libertà che sembra essere stata partorita direttamente dall'utero di Dio? La verità è che forse noi tutti, uomini, bestie, piante…,  – sia detto in punta di piedi – godiamo tutti i benefici e il male prodotto dall'esercizio della libertà che è iscritta nella fragilità tanto della coscienza degli uomini quanto nell'anima delle montagne. E così come noi uomini combiniamo disastri con guerre e scempi verso la natura, con  i respingimenti e l'economia egoista di morte, così le montagne di tanto in tanto sbuffano fuoco o franano e i fiumi tracimano e i mari si ribellano senza motivo con uno tsunami. E anche i bambini soffrono. È la legge della libertà.