Qualche giorno fa (29 aprile), l'economista Tonino Perna sul Manifesto ci ricordava che le armi non si sottraggono alla regola madre dell'economia, ovvero quella della domanda e dell'offerta.

La guerra in corso in Ucraina, per gli industriali delle armi è "una gara di Formula1 - scriveva -, in tutto il mondo gli occhi degli esperti (ministri della Difesa, generali, mercanti d'armi...) guardano attentamente a questa sfida militare per valutare la forza reale dei nuovi sistemi d'arma, le innovazioni tecnologiche apportate, al fine di stabilire possibili acquisti nel prossimo futuro". Vi sembrerà cinico ma è così! Persino parte delle armi "generosamente" offerte all'esercito ucraino da Usa e compagnia (anche noi!) hanno anche questo scopo. "Pertanto, la guerra in Ucraina rappresenta un'autentica fiera delle armi, molto più remunerativa, sul piano delle vendite, delle tradizionali fiere che si svolgono nei padiglioni ovattati delle grandi città, come quella, famosa, di Parigi a metà giugno. Nuove armi, infatti, per essere vendute devono dimostrare la loro efficacia sul terreno. A differenza di tante altre merci dove sono i consumatori che con il passaparola creano un giudizio positivo o negativo sulle novità introdotte, dove sono gli imprenditori, per le macchine utensili, che prima di acquistarle vogliono vederle all'opera, per i sistemi d'arma sono le guerre il solo test che dà un giudizio definitivo sul valore delle novità introdotte".


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