Alberto, Don Adamo e Sara sono ritornati a Odessa da Leopoli mentre Ludovico e Maura restano lì per proseguire con i contatti e la collaborazione con i partner locali. È l'avamposto permanente di Stop the war now,

la coalizione di 176 organizzazioni, locali e nazionali coordinate soprattutto dall'Associazione Papa Giovanni XXIII, che dall'inizio della guerra garantisce presenza e sostegno in Ucraina. Quella attuale è una fase decisiva perché si sta preparando un'altra azione di pace nonviolenta dal 26 giugno che intende dire alla popolazione di Odessa che il variegato mondo della pace nonviolenta non si è dimenticato di loro. Ancora una volta non si tratterà di distribuire solo aiuti umanitari seguendo le richieste che sono state certificate dai partner locali e che vengono ritenute più urgenti ma anche di manifestare in modo semplice e diretto la volontà di costruire un'alternativa alla violenza. La guerra non può essere considerata una sciagura naturale, un'emergenza al pari di un terremoto o di uno tsunami. Chi la subisce senza averla mai scelta non può essere semplice destinatario di aiuti ma di fraternità universale. Essere in Ucraina oggi, accanto alla gente, non risolve il conflitto ma vuol dire quanto meno comportarsi da fratelli e sorelle. Tutti. 


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