Non conosco Andrea Furegato. Non conosco le sue competenze e il grado di onestà. So che a 25 anni è il nuovo sindaco di Lodi. So che ha studiato nel liceo  della città e all'Università Cattolica di Milano. So che ha vinto al primo turno superando ampiamente la sindaca leghista uscente.

Ho ascoltato e letto qualche intervista e non ho colto quella spocchia saccente cui alcuni giovani protagonisti della storia politica recente ci avevano piegato. Non solo non vuole rottamare nessuno ma, alla domanda sulla priorità delle priorità della città, risponde di voler mettersi al fianco della Fondazione della Casa di riposo perché fornisca un servizio di qualità agli anziani. E questo lo trovo meravigliosamente bello. È il segnale molto concreto di un patto tra generazioni che dialogano, si sostengono, camminano insieme. Perché anche la freschezza dei 25 anni, senza la consapevolezza delle radici, rischia di essere travolta dal vento, di non intravedere la trama preziosa dell'identità di un luogo e della sua storia, di tradire il mandato la cui essenza sta proprio nel servizio alle fragilità evidenti o nascoste. Insomma non basta avere 25 anni. Bisogna averli con cuore e intelligenza. Pare che la gente di Lodi l'abbia capito e chissà che non diventi quella città la nave scuola del protagonismo di una nuova generazione politica con la fisionomia di Andrea Furegato.


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