Aveva 72 anni Donato Marti ed è morto cadendo da un ponteggio in un cantiere edile di Lecce. Non dobbiamo piangere solo per Donato e per la sua famiglia. Dobbiamo piangere per noi.
Cosa siamo diventati se non riusciamo più a creare le condizioni di una vita dignitosa per gli anziani? Che Paese è quello in cui una persona a quell'età è costretta a ricorrere a lavori extra? E che lavori! E se i soldi del Pnrr non hanno questa priorità abbiamo sbagliato tutto. Dobbiamo piangere sulle disuguaglianze che abbiamo contribuito a seminare e sulle nuove sacche di povertà che abbiamo prodotto. Non riesco a capacitarmi che una persona che ha lavorato per 40 anni deve sentirsi costretto a ritornare sulle impalcature magari per ristrutturare un edificio che gode del superbonus. Mi ero illuso che gli anziani nei cantieri ci andavano solo per guardare l'andamento dei lavori per commentare poi sulla panchina con gli amici. Chiedere perdono a Donato e ai suoi familiari è il minimo. Lavorare per abbattere le impalcature che costruiscono disparità e povertà è un dovere morale collettivo.