Ci sono storie che non hanno bisogno di troppe parole. Brillano di luce propria. Quella di Maria Elena Bottazzi, per esempio, è tutta custodita nella sua passione per la ricerca scientifica. Nasce 56 anni fa in Italia e si trasferisce in Honduras per emigrare in seguito negli Usa dove si è naturalizzata.
Vicedecana della Scuola nazionale di Medicina tropicale, professore di pediatria, virologia molecolare e microbiologia, capo divisione di Medicina tropicale pediatrica e co-direttrice del Centro di sviluppo per vaccini dell'Ospedale pediatrico del Texas presso il Collegio di Medicina di Baylor a Houston e professore di Biologia all'Università di Baylor a Waco. Oggi è candidata al Nobel per la pace perché ha elaborato e fatto produrre il vaccino anti-Covid Corbevax. Avrebbe potuto guadagnare tanti tanti soldi vendendo il brevetto a qualcuna delle aziende Big-Pharm e invece ne ha pubblicato la formula come "open science" e chiunque può produrlo. Dall'India al Botswana all'Indonesia hanno accolto l'opportunità e, a meno di 2 dollari per dose, è stato confezionato da aziende pubbliche. Praticamente costa meno di un decimo dei vaccini attualmente più utilizzati nel mondo. Si calcola che finora più di 70 milioni di persone hanno potuto usufruire di questo vaccino. Se le venisse assegnato il Nobel, il mondo capirebbe che è possibile avere una scienza al servizio della pace. Senza bisogno di tante parole.