Sono pronto ad accettare scommesse. Se si chiedesse agli italiani di scegliere come destinare il 2% del Pil, ovvero 104 milioni di euro al giorno, non sceglierebbero – come hanno fatto Parlamento e Governo – di investire nell'acquisto di armamenti di nuova generazione e aumentare il potenziale bellico nazionale.
Si tratta – in questo caso – di investire nella difesa e nella sicurezza per scoraggiare un eventuale e ipotetico attacco di un esercito nemico. Sono pressoché certo che gli italiani e le italiane sceglierebbero piuttosto di destinare quei fondi a un programma di messa in sicurezza del territorio a difesa degli abitanti dai disastri generati dai cambiamenti climatici. Nel primo caso si tratta di un'ipotesi che sappiamo assai remota, e nel secondo di una vera e propria emergenza in atto di cui ci ricordiamo ogni qualvolta un fiume esonda, una bomba d'acqua produce alluvioni e allagamenti, una tromba d'aria distrugge tutto ciò che incontra sul proprio percorso, un periodo di siccità ruba l'acqua alla terra e agli esseri viventi. La terra ha bisogno di essere rattoppata per i danni che abbiamo prodotto sottraendole suolo e provocando un cambio del ciclo naturale delle stagioni. C'è bisogno di far ripartire aziende e attività ferite, di formare le persone a nuovi comportamenti, di arginare e ripartire. Per fare tutto questo servono tante cose ma non le armi. Scommettiamo?