Le poche e scarne notizie che provengono dai villaggi del Nord Kivu in Congo sono frastagliate, incerte, a volte imprecise… ma sempre drammatiche.

Nella notte tra mercoledì scorso e ieri, ad esempio, qualcuno ci fa sapere delle scorribande delle Forze democratiche alleate (ADF), peraltro affiliate ai fondamentalisti dello Stato Islamico. Fatto sta che hanno dato alle fiamme una clinica tenuta da religiosi nel villaggio di Maboya e poi case e negozi dopo averli saccheggiati. Sono state uccise alcune persone tra cui – secondo alcune fonti – anche una suora medico di 40 anni della Congregazione delle Piccole sorelle della Presentazione. Sono vittime senza voce. Non si trovano notizie in rete se non uno scarno trafiletto su Avvenire che scrive quanto riferito da don Antonio Canestri, parroco a Chiusi Scalo di una comunità gemellata con la parrocchia di Notre Dame de la Paix a Moboya. Sarebbero andati distrutti i centri di aggregazione, l'ospedale e le scuole che quella parrocchia avrebbe contribuito a costruire. Un'umanità che non conta, non ha diritto a vedere difendere la propria esistenza, né a far giungere al mondo il proprio grido di dolore.


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