Sulla questione migranti forse dovremmo fare appello al carico residuale di umanità che ci abita dentro. Sicuramente abita dentro ciascuno di noi altrimenti saremmo mostri e non persone!
E non importa qui l'analisi o le proposte per una migliore distribuzione di quelle persone in tutta l'area europea o le modalità con cui devono avvenire i salvataggi. Importa prima di tutto la volontà di salvare vite umane, di accogliere mendicanti di sopravvivenza, di dare ossigeno alla vita. Di qualsiasi colore e di qualunque dolore. Né più né meno di come abbiamo fatto tempestivamente e generosamente con gli abitanti dell'Ucraina. Non c'è bisogno di una grande capacità di analisi nel comprendere che a nessuno piace lasciare la propria terra (famiglia, tradizioni, amici…) e che a nessuno piace farlo in quelle condizioni terribili e drammatiche. Chi lo fa è costretto. Da fame, guerra o persecuzione, punto. Non accogliere significa stare dalla parte della fame e non degli affamati, della guerra e non delle sue vittime, della persecuzione e non dei perseguitati. Per questo non ci resta che fare appello al carico residuale di umanità che è rannicchiato dentro di noi nascondendosi dietro mille altre ragioni. Tutte giuste. Tutte sbagliate.