La schizofrenia del pensiero è ormai merce diffusa al punto che le incoerenze profonde non fanno più discutere.
E ieri sera a Sanremo è andata in scena esattamente una di queste pagine pietose che meritano un supplemento di impegno. Dopo aver discusso per giorni interi sull'opportunità dell'invito al presidente dell'Ucraina in guerra, ieri sera si è esibito Roberto Benigni che – tra le altre cose – ha detto: Tra gli articoli c'è l'imbarazzo della scelta, "l'1, il 2, il 3, il 4, il 9 – enumera Benigni – l'11 celeberrimo, come una poesia, che dice che l'Italia ripudia la guerra: pensate la forza, la bellezza, la perentorietà di chi ha scritto questa frase. Se questo articolo lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato". Veramente l'idea dei padri costituenti non era quella ma semplicemente di "ripudiare" lo strumento della guerra. Disgustati, prostrati e addolorati dalla guerra che si erano lasciati finalmente alle spalle, decisero di incastonare quel diamante raro nel cuore della Carta costituzionale. Ma gli organizzatori del Festival per primi non hanno capito che la guerra si ripudia, non si invita a Sanremo. Benigni ha concluso dicendo: "A noi i padri costituenti hanno lasciato una sola cosa da fare, far diventare questo sogno realtà". Dobbiamo ammettere che rimane ancora molta strada da fare. A partire da Sanremo.