E comincio da una frase di un educatore paziente e illuminato che oggi avrebbe compiuto 96 anni e che invece ne compie molti di più nella nostra coscienza collettiva, Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927).
"Educare – diceva – è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto". Pertanto è indispensabile come il cibo che ci serve per nutrire il corpo e soprattutto non è mai cibo precotto ma depositato nel cuore della terra. È un'attività talvolta nascosta, incompresa, fraintesa, banalizzata e non riconosciuta. Eppure quant'è vitale! Ne va delle esistenze singole e collettive. Importante quanto l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo. E se non educhiamo non ci sarà né aria né terra. Per tutte e tutti. Per questo la semina è indispensabile. "Ogni cambiamento – dice Papa Francesco – ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente". Insomma l'educazione è rivoluzionaria. E allora seminiamo. Con la speranza di chi crede nella forza dei semi e nella generosità del futuro.