Un dubbio e un'obiezione. Il dubbio riguarda la ricostruzione dei fatti della notte della strage di Cutro.

Quando le due motovedette della Guardia di finanza rientrano in porto perché il mare non consente la navigazione, dovrebbe nascere spontaneo il dubbio che tanto meno ce la potrebbe fare quel caicco che non sono riusciti a raggiungere. Perché non si sono organizzati i soccorsi immediatamente? Il rapporto dice che navigava tranquillo. L'obiezione alle misure adottate dal governo è persino più semplice: il fenomeno migratorio non sorge per colpa dei trafficanti che sarebbero piuttosto l'ultimo anello della catena. Di conseguenza non si risolve inasprendo le pene contro chi specula sulla vita dei disperati ai quali sono stati sbattuti "i porti" in faccia. Il sospetto (dubbio) è che si tratti piuttosto di una risposta popolare e semplice da dare in pasto all'opinione pubblica e che ha l'unico effetto di un'impennata delle tariffe dei viaggi. Non esistono risposte semplici a problemi complessi. Unica magra consolazione è constatare che il partito di maggioranza che per tutta la campagna elettorale ha proposto l'unica misura del blocco navale per impedire l'arrivo dei clandestini, ora decide addirittura di favorire gli ingressi programmati, ossia i flussi.


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