"Potete fare domanda per entrare nella mia nazione ma solo se servite a me, alla mia economia, alle mie imprese e alla mia ripresa".
Sembra essere questa la mesta colonna sonora del cosiddetto "Decreto flussi". Altro non è che la risposta agli imprenditori indispettiti che non riescono più a trovare manodopera e manodopera a buon mercato. E sono i grandi elettori delle destre e della Lega che non devono essere assolutamente contentati! Per questo socchiudiamo timidamente la porta di un mare che non ha porte e per questa ragione permettiamo a qualche migrante di varcare la soglia delle nostre dogane. "Ci servi vieni e se non ci servi la tua vita non ha valore". E si badi bene: tutto viene giustificato e realizzato con le buone intenzioni dell'integrazione possibile. Ma di fatto è l'ipocrisia elevata a sistema per cui la lente da cui guardo è quella del mio interesse e non quella del bisogno dell'altro che scappa da guerre, persecuzioni o fame. E pensare che, se distribuite più uniformemente sul territorio nazionale o addirittura europeo, il "peso" dell'immigrazione sarebbe più sopportabile, l'integrazione sarebbe più praticabile e il rispetto delle persone finalmente rispettato.