"La Russia non vuole annettersi solo un territorio e un popolo ma anche il loro futuro" dice Nello Scavo commentando il mandato di cattura ai danni di Putin da parte della Corte Penale Internazionale. Ed è la fotografia più intima della deportazione dei bambini dall'Ucraina in Russia. È il crimine più disumano che si possa compiere nel corso di un conflitto armato perché recide le vite senza togliere loro la vita. E affermare che questa mostruosità è sempre esistita, non la diminuisce di un solo grammo. Semmai rende il fatto ancora più odioso e inaccettabile perché significa che nel corso dei secoli non siamo riusciti a scalfirlo. Putin è un ladro di bambini e questo lo rende ancora più misero agli occhi del mondo ma non dobbiamo perdere di vista che il crimine-madre è la guerra. Senza la guerra non sarebbe stata possibile la deportazione di 16.000 bambini. È per questo che, anche il più degenere dei crimini, non deve farci dimenticare che ad essere messa fuorilegge è la guerra. Così come non può farci dimenticare che Putin non è il solo colpevole. Per realizzare quel crimine c'è bisogno di persone che guidino un aereo e dei pullman, gente che cucini e uomini e donne che provvedano a organizzare ogni cosa. Se solo si riuscisse a risvegliare le coscienze che dormono sicure nel bozzolo dell'obbedienza cieca o si voltano dall'altra parte nell'illusione di non esserne responsabili.
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