All'inizio furono solo kalasnikov e munizioni, poi diventarono artiglieria pesante e tank, oggi sono già proiettili all'uranio impoverito e aerei da combattimento.

Quattro Mig29 arrivano dalla Polonia e 11 dalla Slovacchia. E qualche giorno fa è stato firmato l'accordo con l'Unione europea per una fornitura di munizioni da due miliardi di euro. Cosa abbia fornito l'Italia non si sa. È coperto da segreto. Non è più segreto invece che soldati ucraini si esercitano a Sabaudia così come in altri centri di addestramento dei Paesi della Nato. Insomma la spirale della morte avanza riducendo gli spazi di un avanzamento credibile del dialogo e della diplomazia. Mancano solo gli uomini delle proprie forze armate spediti come blindati o cannoni. Qualcuno ha stabilito che sia questo il confine da oltrepassare per decretare l'entrata in guerra. Ma chi arma sostiene la guerra e perde credibilità negoziale. E in questo momento il filo che separa la partecipazione diretta alla guerra è diventato sottilissimo. Per questo continuiamo a organizzare carovane di pace con Stop the war now che dicano agli ucraini che c'è un altro modo per star loro accanto. Senza pretese e senza potere. Semplicemente vicini. Perché in Toscana si dice che "quando i rami litigano tra loro, le radici si abbracciano".


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