C'è una nuova vignetta di Mauro Biani che provoca una riflessione deprimente ma vera perché mette a nudo un pensiero corrente e ricorrente.

La vignetta presenta un bambino in fasce che dice: "Sono stato fortemente voluto. Gli devo pagare la pensione". L'incentivo alle nascite non è inteso come apertura alla vita ma come misura economica per il domani o, ancora peggio, come argine e freno alla "sostituzione etnica". Anche il decreto flussi a favore dell'ingresso legale, ovvero umano, dei migranti è dettato dal bisogno della nostra economia e non dalla consapevolezza del dramma della guerra, della persecuzione e della fame che vive una parte consistente dell'umanità. Emerge e si afferma un modello per il quale al centro c'è esclusivamente il nostro benessere (meglio sarebbe dire benavere!) e tutto deve essere funzionale a questo. Ti aiuto solo se mi servi, ti faccio nascere solo perché ho bisogno di te e non perché ti amo. Ti permetto di vivere perché il mio portafogli ti richiede e non perché è giusto. Siamo al crocevia di un profondo e drammatico capovolgimento di significati che peraltro non sembra nemmeno registrare voci critiche autorevoli. Al contrario, persino chi vorrebbe una maggiore apertura all'accoglienza degli stranieri, spesso tra le motivazioni presenta anche il vantaggio economico che ne avremmo. 


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