Non finiremo mai di ripetere che la sofferenza dell'Amazzonia riguarda il mondo intero e che se perdiamo un pezzo di foresta da quelle parti è come smarrire la possibilità di respirare bene dalle nostre.

A contribuire a questa deforestazione c'è l'attività estrattiva delle miniere che, secondo lo studio dei dati, tra il 2005 e il 2015 hanno contribuito a distruggere 12mila chilometri quadrati di foreste. Tra gli attivisti premiati dal Goldman environmental prize 2023, in pratica il Nobel degli ambientalisti, c'è una donna che si è messa a capo degli indigeni Pariri in Brasile mandando in frantumi pregiudizi e resistenze culturali ma anche il progetto della Anglo American, una delle più grandi aziende di estrazione minerarie al mondo. La multinazionale aveva pianificato decine e decine di operazioni che la passione di Alessandra Korap Munduruku è riuscita a ridimensionare. La società mineraria ha dovuto ritirare ben 27 progetti grazie alla capacità di questa donna di organizzare i capi indigeni e le loro associazioni, di avviare campagne efficaci e di monitorare i danni arrecati alla foresta, cioè a noi. Dovremmo ringraziarla ad ogni respiro.


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