Le immagini e le notizie dall'Emilia ci colgono come di sorpresa. Quasi a pensare che dalle nostre parti non possano succedere disastri simili.

Fiumi che esondano, case allagate, famiglie sfollate, persone salvate dai gommoni della Protezione civile… Mentre qualcuno continua a ripetere ad ogni evento che si sia trattato di un fenomeno mai registrato prima e che pertanto con potevano essere prese le contromisure, altri evidenziano che il consumo del territorio, la siccità persistente che rende i terreni pressoché impermeabili, le costruzioni a ridosso degli argini, sono fattori determinanti del disastro. Ma il problema vero è che tra qualche giorno avremo dimenticato acqua e vittime e cercheremo ancora di cementificare e di tenere salde le nostre abitudini. La verità è che il disastro dell'Emilia ha radici lontane nel tempo e dovremmo deciderci solertemente a tagliarle. Intanto in Rwanda le inondazioni e le acque alluvionali in questi stessi giorni hanno causato già più di 100 vittime. Anche loro ci chiedono di fare pace con l'ambiente.


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