Tra le prime pagine dei quotidiani italiani esposte sul sito web che le allinea tutte 29 come francobolli da collezione, c'è una sola testata che non dedica né titolone, né editoriale, alla morte di Berlusconi e dintorni.
È Avvenire. La notizia centrale è dedicata al messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri e titola: "Il Papa: troppi precari – Non si speculi sui poveri". L'editoriale è per la tragica situazione di Haiti: "Haiti sprofonda nell'indifferenza". Per Berlusconi il taglio medio: "L'ultimo saluto a Berlusconi – Critiche sul lutto". Ne parlo perché soprattutto l'editoriale dà parola a una vera e propria tragedia alimentata da terremoti, inondazioni, alluvioni e presenza di bande, milizie e gang che controllano ormai l'intero territorio. Fame, disperazione, miseria, paura, morte accompagnano tutte le ore del giorno. L'invito di Lucia Capuzzi, autrice dell'articolo è a vincere l'indifferenza internazionale e a rimboccarsi le maniche per bonificare quell'angolo di pianeta. "Nel 'villaggio globale' – conclude – nessun pezzo di mondo agonizza in solitudine. Nemmeno un'isola – per parafrasare John Donne – è un'isola. E, per la prima volta, può sprofondare". Una lezione di giornalismo consapevole per cui permettere al fiume di parole fluito dalla morte dell'ex premier di offuscare la vita vera, dimostrerebbe che il berlusconismo ha vinto.