L'esperienza giudiziaria di don Milani nasce dalla risposta del priore e dei ragazzi di Barbiana ai cappellani militari della Toscana che avevano bollato come vili gli obiettori di coscienza al servizio militare e che si trovavano in carcere.
Per la verità don Milani metteva il dito nella piaga del sistema della guerra che si fonda sul principio dogmatico dell'obbedienza cieca. Che il priore di Barbiana avesse visto lungo e profondo, lo dimostra il fatto che ancora oggi i Paesi europei non accolgono gli obiettori russi per non avvallare la legittimità dell'obiezione di coscienza, ovvero della disobbedienza, che un giorno potrebbe "ritorcersi contro" se la propria nazione fosse coinvolta in un conflitto armato. Nei giorni scorsi nel centro di detenzione di Rostov sul Don, è stato ucciso sotto tortura Anatoly Berezikov, un obiettore russo reo di aver affisso volantini che invitavano i soldati della Federazione ad arrendersi agli ucraini. La campagna s'intitola: Voglio vivere. Scriverne diventa un omaggio e un riconoscimento a chi ha creduto nella pace anche in tempo di guerra fino a pagare il prezzo più alto. Tutt'altro che vili!