Mentre tutto il mondo dovrebbe celebrare questa Giornata col lutto al braccio, i familiari delle tante vittime dell'ennesima strage del Mediterraneo hanno un indicibile morte nel cuore.

L'unica scelta in grado di strappare alla retorica e alla menzogna la Giornata del rifugiato condita di contrizioni da coccodrillo e frasi di dolente circostanza, sarebbe che tutti i capi dei governi europei decidessero di chiudersi in una stanza fino a quando non trovano il modo di rispettare uomini, donne e bambini che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla violazione dei diritti umani. Ogni tentativo in senso restrittivo di porre un argine al fenomeno si è rivelato finora tragicamente inefficace. A questo punto persino il semplice buon senso ci impone di cambiare rotta politica e umana. È diventato uno sterminio che non può trovare giustificazioni. Anche il Papa non smette di farsi mendicante di soluzioni che riconoscano il bene assoluto e primario della vita di quelle persone e nell'ultimo appuntamento domenicale ha detto: "Rinnovo la mia preghiera per quanti hanno perso la vita e imploro che sempre si faccia tutto il possibile per prevenire simili tragedie".


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