Il caso Wagner ha portato alla ribalta una realtà che forse era sconosciuta a molti ed è quella delle formazioni mercenarie che prolificano in giro per il mondo.

Alla profonda e irrazionale ingiustizia della guerra, si aggiunga oggi che nei conflitti generalmente hanno la meglio coloro che possono permettersi di ingaggiare (pagare) mercenari. La linea di demarcazione tra questi ultimi e i cosiddetti contractors è davvero molto labile. Si tratta in ogni caso di Compagnie militari private che possono essere utilizzate in mille modi, dal servizio di scorta all'addestramento di soldati di eserciti regolari, alla partecipazione ai combattimenti fino a servizi specializzati di incursione, danneggiamento e attentati. Non è difficile immaginare come queste compagnie possano fare la differenza nei conflitti cosiddetti di bassa intensità oppure in quelli tra eserciti non adeguatamente equipaggiati e preparati. E quando parliamo di "differenza" ci riferiamo a un numero maggiore di vittime, di distruzioni e sofferenze. Con l'impiego dei mercenari viene meno anche quell'aspetto tragicamente nobile della guerra che si ostenta in ogni conflitto. Non si tratta di un mestiere come un altro e c'è uno strato di lardo di ipocrisia molto spesso che non consente al diritto internazionale di mettere fuori legge l'attività di questi killer di professione.


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