Non sembri troppo banale rimarcare che la maniera migliore per ricordare un costruttore di pace come Luigi Bettazzi è di continuare sulle strade che lui ha indicato, percorso e tracciato.
Sicuramente sono importanti le parole che impegniamo per ricordare, a noi stessi e agli altri, ciò che la sua vita ha ispirato e raccontato. Altrettanto importanti sono i simboli, i segni e i riti per raccontarci l'un l'altro l'affetto, la stima e il riguardo. Ma molto più importante d'ogni altra cosa è l'impegno che rinnoviamo davanti a lui di proseguire sulla stessa strada con la medesima libertà, con un respiro universale, con il rispetto verso la dignità d'ogni persona. Una strada indicata perché frutto di studio, riflessione e preghiera. Una strada percorsa perché non si è mai sottratto alla testimonianza mettendoci sempre la faccia, anzi il corpo. Una strada tracciata perché ha avuto la fantasia creativa e generatrice di immaginare e osare sempre qualcosa di nuovo con originalità e libertà. Però adesso tocca a ciascuna e ciascuno di noi! Se ci crediamo. Se ci crediamo davvero. Camminare, solo camminare. Nella stessa direzione.