I tanti fatti di cronaca e violenza, di stupri e disprezzo della vita altrui che vedono protagonisti proprio i più giovani, costituiscono un indice preoccupante della povertà educativa nella quale siamo immersi.

Di fatto però il percorso che può scommettere sull'emersione dei giovani da quei comportamenti, non è dato tanto dai nuovi sistemi educativi che riusciremo a elaborare, quasi fosse il risultato di una Chat-GPT o di un algoritmo infallibile, quanto dalla possibilità che quegli stessi giovani avranno di incontrare sulla propria strada figure significative e positive di adulti. Insomma, i fatti di Palermo, Caivano, Anagni e altrove dovrebbero mettere in crisi il mondo adulto piuttosto che portare sul banco degli imputati solo i protagonisti di quelle bruttissime pagine. Possibile che non succeda più a loro quel che è avvenuto per molti di noi, ovvero di incontrare chi ti parla con tale entusiasmo di un libro da appassionarti alla lettura, chi ti apre gli occhi davanti a un tramonto, chi ti fa conoscere la tua stessa anima, chi ti dice dell'aria che entra nelle narici e nei polmoni a 2000 metri dopo una salita o del suono che fa il vento tra i raggi di una bicicletta? Chi ti lascia intravedere il volto di un Dio? Possibile che quei giovani che arrivano persino a filmare le proprie "imprese" non abbiano incontrato nessuno? Se è così, significa che abbiamo fallito e dobbiamo interrogarci seriamente e fornire qualche barlume di risposta nei fatti. Questo è un sistema orfano di testimoni.