Qualche giorno fa Il Manifesto ha pubblicato una denuncia di Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace, sulla politica armiera del governo.

"Crosetto non ne vuole sapere della legge 185 – scrive Zanotelli – perché secondo lui è un freno ad un'attività industriale che è chiamata ad operare in un contesto internazionale molto competitivo. I 'commercianti' della Difesa lamentano lungaggini, problemi autorizzativi di anche 6-8 mesi che pregiudicano la vendita di armi. Insomma, la 185 ingabbia. Quindi battaglia a viso aperto contro questa legge". E, rispetto alla campagna contro le Banche armate che sostengono il credito al trasferimento di armi, aggiunge: "Il ministro trova assurdo che le banche arrivino a bloccare pagamenti per le armi, autorizzati dai diversi ministeri e che 'decidano di chiudere i rubinetti ad attività del tutto legali'". Crosetto arriva a chiedere addirittura di creare una banca ad hoc per supportare l'export di armi. Inoltre chiede di smantellare l'attuale Autorità di controllo per le autorizzazioni su tale commercio (Uama) e di sostituirlo con uffici dei ministeri competenti. Insomma tutti elementi che fanno esultare di gioia gli industriali della morte legale che sono fieri di essere riusciti a promuovere la nomina a ministro della difesa chi nella vita precedente era presidente dell'Aiad, la confindustria delle aziende d'armi.