Per i 10 anni dalla strage in mare, madre di tutte gli eccidi del Mediterraneo, non si riesce a trovare le parole.

Ma non le avevamo nemmeno 10 anni fa. Erano solo grumi gelidi intorcigliati nella gola e nella pancia che diventavano lacrime solo se avevano il calore necessario a scongelarsi. Alla fine riuscirono persino a contarli. 368. Ma il numero non ha respiro e nemmeno uno sguardo. Il mattino dopo, per la prima volta, un Papa di nome Francesco visitava la tomba del suo santo. Del nostro santo. Del santo di quei morti. Solo tre mesi prima aveva scelto di andare a Lampedusa come prima uscita oltre le mura. Ma anche oggi forse è meglio il silenzio. Non è assenza di denuncia e di indignazione ma rispetto e riflessione. Oggi come allora un silenzio per non rischiare di far male con un dire inutile che galleggia appena mentre affondano la pietà, la solidarietà, l'umanità. Meglio il silenzio figlio del pudore.


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