Quando Papa Francesco ribadisce che "la guerra è una sconfitta" e che questa è "l'ora più buia", non si riferisce solo ai danni (lutti, sofferenze, distruzioni) senza stima provocati dalla violenza ma anche al fatto che "non si riesce a fermarla".  

E sì, perché il conflitto è la cosa più naturale e più frequente del mondo e della storia, l'uso della forza e della violenza per tentare di dirimerlo prevalendo sull'altro è la degenerazione del conflitto, non riuscire a fermare la violenza è una tragedia ancora più grande perché non investe più soltanto i contendenti ma tutti gli altri. La "sconfitta", pertanto, ci riguarda tutti e in certo modo ci coinvolge. In migliaia di anni, pur essendo tutti pronti e concordi ad ammettere la brutalità crudele della guerra e la sua stupidità, non siamo riusciti ad elaborare un sistema per fermarla dopo che è iniziata. E per la verità nemmeno a prevenirla! Il massimo risultato che siamo riusciti ad elaborare è quello di normarla con regole che restano puntualmente disattese. E ci tocca assistere impotenti ai cosiddetti "crimini di guerra". La verità, allora, è che manca la comunità internazionale, manca l'Onu, manca un diritto che riconosca la vita umana come bene superiore all'inviolabilità della sovranità nazionale. Manca un meccanismo internazionale di intervento rapido e risolutivo di protezione dei civili.   


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