Non sono pochi coloro che in questi giorni hanno commentato come cosa di poco conto l'episodio del ministro Lollobrigida che ha ottenuto una fermata straordinaria di un treno ad alta velocità in forte ritardo per non arrivare a sua volta tardi ad un appuntamento istituzionale.

Secondo questi si tratterebbe di un polverone politico senza fondamento e sollevato per poter criticare l'operato del governo attuale. Personalmente non valuto tanto l'atto politico di quel comportamento, quanto la sua ricaduta educativa. A chi da anni è impegnato a spiegare ai giovani che le mafie si distinguono dalle altre organizzazioni criminali perché insieme alla ricchezza perseguono e, talvolta ostentano, l'esercizio del potere, la scelta del ministro ha il potenziale di una bomba nucleare. Lui ha il privilegio di arrivare a fare ciò che ad altri non è consentito. Lui può. Lui è potente. Per i giovani diventa un modello su cui ritagliare aspettative e progetti. Salvo poi provocare in alcuni casi delusioni e frustrazioni. Ora bisognerà lavorare cento volte tanto per far capire ai ragazzi di Caivano dove peraltro si stava recando il ministro, e a tutti gli altri, che le mafie non sono soltanto un'organizzazione criminale ma un modello culturale, una mentalità, la scelta di un comportamento. Un grazie a Tomaso Montanari per aver ricordato che ministro significa servitore che è esattamente il contrario di potente.


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