E ora si spera che ci svegliamo dal torpore della noncuranza e del chissenefrega o, peggio, dalla sindrome negazionista dello struzzo e corriamo almeno ai ripari.
Il 2023 si classifica ufficialmente anche in Italia come l'anno più bollente mai registrato prima, con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Lo dice il centro studi di Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isac Cnr, che rileva le temperature dal 1800. A preoccupare altrettanto è che nell'anno appena trascorso, sul Belpaese si sono abbattuti una media di oltre 9 eventi estremi al giorno tra grandinate, trombe d'aria, bombe d'acqua, ondate di calore, freddo con gelate improvvise e tempeste di vento. Ma forse a scuoterci davvero, come sempre, saranno gli interessi dal momento che i danni causati a coltivazioni e infrastrutture superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici, con un taglio del 20% della produzione di vino mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere. Lo steso studio riferisce che si è dimezzato anche il raccolto di miele. Non dimentichiamo che le api sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell'ambiente.