Nella crisi Israelopalestinese, la soluzione dei "due popoli due Stati" sta ormai a metà strada

tra i pochi che concretamente continuano a credere che soltanto la pari dignità giuridico-internazionale costituisca la strada per la pace stabile e chi lo ripete come un mantra per ostentare una soluzione sulla quale non è disposto a scommettere un nichel. Eppure per dimostrare davanti al mondo intero di perseguire veramente quell'obiettivo, basterebbe iniziare col riconoscere lo Stato di Palestina dopo aver riconosciuto a suo tempo quello di Israele. Così hanno fatto finora ben 139 nazioni che rappresentano il 70% delle nazioni rappresentate in seno all'Onu e così ha fatto anche la Santa Sede. Dei 27 Paesi dell'Unione europea, però, solo nove stati hanno compiuto questo passo, peraltro quando non erano ancora parte dell'UE. E pensare che nel 1999 i capi di stato dell'Unione avevano dichiarato solennemente questa decisione. Insomma lo sterminio in atto a Gaza è il frutto acerbo anche di queste ipocrisie. Per quanto ci riguarda ci piacerebbe vedere un minimo di coerenza anche da parte del nostro governo la cui presidente del consiglio è tra coloro che ha dichiarato di credere in quella soluzione senza muovere nemmeno un passo verso il riconoscimento dello Stato di Palestina. 


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