Il documento della Lega, depositato martedì in Senato sul rifornimento di armi all'Ucraina,
e passato ieri con 110 favorevoli, nessun contrario e 7 astenuti, chiede al governo di impegnarsi "nelle competenti sedi europee" per "una concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto". Questo perché "i ventitré mesi di combattimenti hanno chiarito che nessuna delle due parti ha la capacità di ottenere una vittoria militare decisiva sull'altra, ed è pertanto impossibile pensare ad una soluzione esclusivamente militare". Il testo in realtà poi è stato di molto edulcorato ma resta il fatto che persino la Lega, sia pure a due anni di distanza, – ovvero molti morti dopo! – è pervenuta alle stesse conclusioni che in molti avevamo sostenuto sin dall'inizio del conflitto. Ma ancora più interessante è che nel documento si chiede di impegnarsi nella via diplomatica riconoscendo implicitamente che finora non è stata perseguita con il dovuto vigore. In molti sono pronti a scommettere che non ci sia molta convinzione in quelle affermazioni tant'è che si sono dissolte quasi subito, ma questo rende il tutto ancora più spregevole perché le vittime, le sofferenze e il disastro del conflitto vengono considerate e usate come monete di un bieco mercato. Forse ancora una volta la storia ce ne farà vergognare davanti alle vittime.